Nasce l'anfiteatro Augusto Daolio

tratto dalla gazzetta estate del 21/07/2001

Martedì all'Unità di S.Ilario la cerimonia ufficiale
SANT'ILARIO. A partire da martedi, l'arena spettacoli
del parco San Rocco e della festa dell'Uniti di Sant'llario sarà ufficialmente intitòlata ad
Augusto Daolio, indimenticato leader del Nomadi. Un omaggio ad un
artista che non è quasi mai mancato, anno dopo anno, sul palco dell'Unità sull'Enza e che al
paese di Sant'Ilario era legato da un affetto del tutto particolare.
In occasione dell'inaugurazione ufficiale, sarà scoperta un'opera dell'artista Nanni Tedeschi con un'immagine che coglie Augusto nei suoi ultimi anni in cui traspare la sofferenza e la grinta di chi non vuoi lasciare il proprio film. In un pannello, una poesia dedicata da Ago a Sant'ilarìo, dopo uno dei tanti concerti sull'Enza, rende ancora più tangibile quel profondo legame d'amore e amicizia che legava Augusto a questo luogo. Una mostra di opere e di-pinti di Augusto, curata da Rosanna Fantuzzi, completerà la giornata che si chiuderà con 1'immancabile concerto dei Nomadi. Il perchè di questa commovente e significativa intitolazione, è tutto nella storta umana e artistica di Augusto e dei Nomadi. Augusto e i Nomadi hanno sempre colpito per la loro coerenza artistica, per la loro presenza continua e impegnata sulla scena nazionale; la loro musica, il modo in cui sono riusciti ad interpretarla, senza cadere in compromessi ideologici o commerciali, è stato per molti versi stupefacente. Quando si parla di Nomadi, si parla di quasi quarant'anni di musica 'vissuti tutti d'un finto, senza mai perdere quel fi-1o conduttore che da coeren-za e da motivo di orgoglio per un gruppo di artisti; e quando si parla di Augusto si parla di un uomo che trent' otto anni fa decise di dedicare la sua esistenza non tanto alla musica in quanto tale, ma ai Nomadi, intesi come officina di suoni, sentimenti e proteste, come motivo portante della sua vita. E' per questo che Augusto non ha mai ceduto; non ha mai creduto in una vita che potesse essere in qualche modo slegata dall'esperienza Nomadi;ed è anche per questo che ha cantato canzoni fino agli ultimi dei suoi giorni. E' stato un uomo capace di vivere tenendo sempre presente alcuni principi, alcune idee: il suo impegno civile e politico, la sua totale disponibilità verso qualsiasi iniziativa che considerasse giusta, il suo modo di lavorare fatto di significative cose curate e ben fatte, mai fuori luogo,mai in contraddizione, sempre In perfetto stile Nomadi. Era l'Augusto artista, che si fermava a guardare un albero , un airone sulle rive del Po, che osservava la gente dentro e che ne sapeva coglie re i sentimenti e le immagini scrivendo pensieri, poesie e dipingendo con quello stile inconfondibile quanto coerente con la sua vita. E come non ricordare la sua passione per il folk d'ol-treoceano, il suo amore dichiarato per la musica di quel Bob Dylan che ha positivamente condizionato la sua vita artistica. Anch'egli, come Dylan, errante produttore, di sogni,illustre vagabondo, menestrello di protesta e nomade romantico. Anch'egli preso dalla voglia di andare contro il conformismo, senza adattarsi a luoghi comuni e tendenze del momento. Era l'Augusto dei primi anni Sessanta che, da timido ragazzino di sedici anni, lottava contro i pregiudizi; era l'Augusto degli ultimi anni che con una lunga barba bianca tentava ancora di nuotare controcorrente. Era l'Augusto di sempre. .