SEPOLTO TRA I BAMBINI
di Leo Turrini - "La Nazione" dell' 8/01/99
NOVELLARA - Andy Warhol, il profeta della pop art, sarebbe soddisfatto. Perchè
sembra progettata da lui, l'ultima dimora di Augusto Daolio, indimenticabile
(ma sul serio, come spiegheremo poi) voce solista di uno dei gruppi che hanno scritto
la non irresistibile storia della musica "beat" in Italia.
Augusto Daolio era il leader dei "Nomadi".
Un complesso (un tempo si chiamavano così) cui il successo sorrise sin dagli
anni Sessanta, grazie ai brani del maestro Guccini. "Auschwitz","Dio è morto", eccetera:
canzoni scandite dal timbro vocale straordinario di Augusto.
Ma evidentemente Daolio e i Nomadi non erano solo questo, per chi li ascoltava.
E per rendersene conto bisogna fare un salto a Novellara, nella bassa reggiana.
Tra odori di salumifici e silenzi di campagna, un culto molto particolare si è venuto
consolidando. Negli anni Novanta, subito dopo la prematura fine di Augusto.
Lo hanno sistemato in un angolo di terra, fra ciò che resta di bambini morti
subito dopo il parto. E già questa scelta ha in sé un significato simbolico:
come se Daolio, con la sua voce generosa e con quella barbona lunga che
quasi gli conferiva un'aria ieratica da santone, continuasse ad esprimere
i valori semplici dei favolosi "Sixties", gli anni Sessanta, gli anni
della contestazione anche ingenua ma generosa.
Contro tutti i luoghi comuni, contro tutte le forme di ingiustizia.
Così, l'ultima dimora di Augusto è ancora uno spettacolo, ammesso che possa
essere definita tale la sede dell'estremo riposo. Il sasso umido è stato circondato
da piccoli alberelli. Sui rametti spunta di tutto: lattine di birre e crocefissi, accendini
con l'effige di Che Guevara e rosari, foto di concerti e santini di Padre Pio.
Il sacro e il profano si toccano e si mischiano, in una contaminazione fantastica
che forse non è casuale. A Novellara, la gente va e viene, sempre con qualcosa in
mano, sempre con un "grazie" da sussurrare a Daolio. L'altro giorno c'era una signora
di Piacenza, "volevo venire da quattro anni, mio marito si è sempre rifiutato di portarmi, diceva che è una baggianata, così ho preso il treno e sono scappata di casa
per due ore, meno male che ho trovato una rosa bianca per Augusto".
E ancora un padre cinquantenne con il figlio, "sono un socio di
Per Sempre Nomadi, è bello che il gruppo suoni ancora anche senza di lui,
ma lui non lo scorderemo mai". Eccetera eccetera.
Novellara assiste quieta e complice a questa celebrazione infinita.
Tra l'altro Augusto, nel gennaio 1999, è in testa alla Hit Parade:
la sua voce inconfondibile sbuca a sorpresa
in mezzo a una canzone dell'ultimo, vendutissimo album di Zucchero, che
qui è venuto spesso a salutare l'amico.
La canzone si chiama "Arcord" ed è un inno alla forza della nostalgia dolce.
La stessa che trasforma quella tomba in un irripetibile spettacolo quotidiano.