I PENSIERI

"Sono nato il diciotto febbraio 1947 a Novellara di Reggio Emilia, nel cuore della notte mentre freddo e brina duellavano con rami secchi di pioppie tigli. Sono nato al caldo e mi hanno chiamato Augusto, come un nonno che non ho mai conosciuto. Il cognome Daolio mi è stato dato da un uomo semplice e a suo modo dolce e complice. Dall'età di sedici anni canto in un gruppo che si chiama Nomadi, scrivo canzoni e giro il mondo. C'è un altro mondo dentro di me che racconto con il disegno e la pittura, lo faccio da parecchi anni e alberi, rocce, cieli, lune, ombre e altro popolano questi miei racconti. Ho esposto in giro per l'Italia, ho illustrato dischi, libri, cartoline, manifesti. Non disegno per riempire un vuoto ma per vuotare un pieno che è dentro di me e preme. Una specie di confessione, prima ad uno spazio bianco, poi ad occhi che guarderanno. Ho lo studio a Novellara in via de Amicis, il numero credo sia il quarantaquattro, non ho il telefono ma montagne di libri e di oggetti. Le notti invernali nella bassa hanno ancora il profumo delle mele sull'armadio."  


AugustoDaolio, 1991.


"Sono stato fortunato: ho incontrato la musica, ho incontrato la poesia, ho incontrato l'arte,  ho incontrato le parole. Voglio dire che non ho cercato niente."



"Ho molti amici pittori, scultori, grafici. Ognuno di loro mi regala qualcosa, mi fa entrare nell'intimità degli studi odorosi d'olio di lino e di acquaragia, mi fa partecipe di quella strana magia alchemica. Ho pochi amici cantanti e musicisti, e non so perchè. Forse per la loro poca passione per i fatti della vita, quando sembrano preoccupati solo del successo, dell'ultimo album, e quando non sono al centro dell'attenzione dormono moltissimo, come le ballerine. Cosa che mi distingue da loro decisamente."


 
"Se quello che mi porta a disegnare è una sottile malattia morbosa,una piccola lesione, una devianza, uno strappo, desidero che ciò non trovi mai guarigione, anzi desidero considerare il disegnare come un lavoro, anche faticoso, di scavo, di confessione a volte anche dolorosa. 
E' allo stesso tempo una fortuna umana, grandissima."


"Cerco di essere un uomo del mio tempo, ma sono anche un uomo antico, pieno di ciò che ho visto ed imparato. I miei disegni non hanno titolo... Mi interessa l'aspetto magico e segreto delle cose. Gli enigmi, le illusioni delle ombre. Ho bisogno di rappresentare tutto ciò che c'è dietro e dentro alle cose; il mondo surreale e fantastico che si cela nelle pieghe della notte e dei giorni. Disegnandolo cerco dimetterlo davanti a me come uno specchio anche se diventa un gioco ironico, sottile e melanconico. Ecco perchè disegno paesaggi spaesati confusi nella mente, carpiti un pò ovunque...In essi si nasconde l'uomo non sempre visibile ma che sà mescolarsi alle cose, scambia i ruoli, diventa cavallo e albero, un gesto, una mano, occhi e l'infinito cielo come teatro, come una messa in scena ideale."


 
Sono tuo amico e fratello perdonami se dico quasi simile  a tal punto da confondere  i tuoi sentimenti con i miei e con quelli dell'universo.  Sono tuo amico e sono uguale a te  e non per caso anzi  penseranno a una stramberia quando dico  di somigliarti.  Sono come te nei miei desideri  nei miei sogni  nel mio carattere e nella mia natura più profonda. 
 
Sono come te  dentro la nebbia della mia barba  nella corteccia lanuginosa della mia barba  nella lunga matassa scomposta di filo bianco della mia barba  senza caponé coda come a volte è la vita.  La vita che ci fa cantare  ringraziare  bestemmiare, meravigliare  stordire. 
 
Sono come te allegro e ansioso,  calmo e sorridente come nella tua fotografia.  Il mio profondo non ha fine  e quando mi rialzo risplendente  alla luce elettrica delle feste  anche la mia anima si rialza scrollandosi di dosso  stanchezza oscurità e dolore. 



Augusto Daolio (maggio 1992)



"Quando non ho voglia di disegnare ho voglia di scrivere, quando non ho voglia di scrivere e non ho voglia di disegnare ho voglia di viaggiare."